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c i o f o s s e a b i t a t o d a u n p o p o l o d i n a n i c h e s c a v a v a n e l l e s u e v i s c e r e a l l a r i c e r c a d i c r i s t a l l i , a r g e n t o e d o r o . |
Talvolta essi venivano all’aperto,
s'arrampicavano sulle cime guardano il sole che tramontava. Quando i pastori
delle malghe siedevano davanti alle loro capanne e stavano con l'orecchio
teso ad ascoltare, nel silenzio della sera si sentivano cadere dei sassi
nei burroni e altri, innumerevoli, strani rumori. Erano i |
che comunicavano l'un l'altro. Il loro re, si chiamava Laurino, era |
di statura, ma molto valoroso.
Cavalcava un cavallo non più |
di una capra e possedeva un’armatura
dalle qualità incomparabili. Il manto lo rendeva invisibile, e la cintura gli concedeva la forza di dodici uomini. |
Di lui si innamorò, in
segreto, la valchiria Sittlieb, che era al suo servizio come cavaliere,
e per lui creò un meraviglioso |
davanti alle porte del suo castello
incastonato nella roccia, in cui tutto l’anno |
innumerevoli stupende
|
che emanavano un |
celestiale. Il piccolo re non lo perdeva mai d’occhio per evitare che qualcuno lo sciupasse; gli audaci che osavano penetrare nel recinto e cogliere anche una sola |
venivano puniti con la perdita
della mano sinistra e del piede destro. |
Un giorno il |
decise di maritare la bellissima figlia Similde e per
questo motivo pensò di organizzare un torneo di maggio, al quale invitò tutti i
|
del circondario, anzi, non proprio
tutti. Laurino infatti non era infatti tra questi. |
rimase molto amareggiato per quest’affronto,
e decise di partecipare comunque, ma come ospite invisibile, indossando
la sua cappa magica. |
Giunto al torneo, intravide la
figura di Similde, e rimase |
dalla sua bellezza, |
all’istante. Accecato dall’
|
si lancio al galoppo sul suo cavallo
e rapì la bella Similde, e la rinchiuse nel bellissimo roseto colmandola
di |
Sittlieb saputa l'intenzione di
Laurino di |
un'altra donna, fuggì col
cuore infranto e si recò da una maga per farsi fare un sortilegio
e poter diventare come un uomo, ma la magia prevedeva che non sarebbe
mai più potuta tornare nel giardino da lei creato o avrebbe perso
la vita. Un valoroso cavaliere della corte del re d’Adige, di nome Hartwig, |
follemente della bella Similde,
partì alla volta del giardino per liberarla. |
Giunto alle porte del
|
trovò delle ninfe che
lo fermarono, solo un bambino o un giullare potevano, infatti, entrare
gli chiesero quindi un canto. |
infatti, era circondato da un
sottile filo di seta, e chiunque l'avesse sfiorato, avrebbe fatto accorrere
tutta la guardia di re Laurino. Egli declamò la poesia per Similde
e gli fu detto il vero motivo per il quale era stata rapita, e che sarebbe
stata liberata, qualora a Laurino fosse stato dato modo di partecipare
al torneo con l'imparzialità che si doveva ai cavalieri.
|
Nel frattempo Sittlieb era entrata
a far parte della corte di |
come guerriero. La magia e il fatto
che ella non si non toglieva mai l'elmo le permisero di non essere riconosciuta
come la valchiria che aveva lavorato per il re dei Nani. Il Conte, padre di Similde, sdegnato, non aveva comunque voluto accettare la partecipazione di Laurino al torneo, e Hartwig si vide costretto a chiedere l'aiuto di |
per liberare Similde. Teodorico accettò, considerandola una facile impresa, pur sapendo che Laurino era in possesso di arti magiche. La via d'accesso per i monti del Rosengarten era nota per essere inaccessibile, ma il cavaliere con l'elmo disse di esserci già stato. |
decise che sarebbe stato lui a guidarli,
e lo obbligò anche quando il cavaliere si mostrò contrario
predicendo la propria morte. |
Giunti al |
Teodorico, tagliò il
filo di seta che lo circondava, e subito gli apparve davanti re Laurino
in persona che iniziò con lui un duello cruento. Nonostante l’aiuto della magia, re Laurino non riusciva ad avere la meglio sui suoi avversari, decise quindi di indossare la cappa dell’invisibilità, e aprofittando del vantaggio, prendere di sorpresa i suoi avversari. Purtroppo però non aveva considerato che muovendosi tra le |
era facilmente individuabile
dai cavalieri, i quali riuscirono ad afferrarlo, gli tolsero la cintura
e lo imprigionarono. |
Liberata Similde, ella disse che
re Laurino era di nobile animo e che l'aveva trattata sempre con cura
e |
Chiese così a Re Teodorico
di non umiliarlo oltre e di lasciarlo andare. Questi allora tese la mano
a Laurino e gli offrì la |
Fu organizzato un grande banchetto
in un salone nella cavità delle montagne, per festeggiare l’avvenimento.
|
Ma dopo la mezzanotte, quando tutti
erano andati a dormire, un minatore svegliò Laurino, perché
un cavaliere del |
si aggirava per il roseto con fare
sospetto. Subito i nani lo fronteggiarono, ma i rumori destarono
|
che pensò ad un tranello e
fece brandire ai suoi le armi. Laurino pensò allora ad un'intesa
tra Teodorico e il cavaliere contrario alla pace e quindi si riaprirono
le ostilità. Ancora una volta gli uomini di |
avevano avuto la meglio, ma il cavaliere
con l'elmo pretendeva la libertà di re Laurino arrivando a sfidare
lo stesso sovrano a duello. Ferito, gli venne tolto l'elmo e scoprirono
che era Sittlieb, che stava morendo a causa del sortilegio. |
Nel frattempo Hartwig aveva portato
al sicuro Similde, proponendole di |
lei accettò e visse così
il resto della sua vita |
accanto al cavaliere che l'aveva
salvata. |
Terminò così
la guerra nel |
e re Laurino fu condotto prigioniero
da re Teodorico. Dopo un lungo periodo Laurino riuscì però a liberarsi e a tornare alle sue montagne ove, colto da profonda tristezza, e non trovando più i suoi, fece pietrificare |
intero e pronunciò una
formula magica in forza della quale le |
non potevano essere più
viste né di giorno, né di notte. |
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