Guida all'uso della bussola
nelle applicazioni geologiche
Introduzione
Una bussola utile per eseguire rilievi geologici deve avere almeno i seguenti requisiti:
Sistema di puntamento
Bordo laterale piatto
Bolla
Clinometro
Altre caratteristiche sono di secondaria importanza e più che altro pregiudicano la scelta in base alle preferenze personali.
La bussola nella foto a lato, ad esempio, è compatta ed estremamente
robusta, ma l'ago in aria è molto instabile e prima di permettere la
lettura richiede un po' di pazienza nell'attesa che si smorzino le
oscillazioni. Il puntamento di un obiettivo richiede quindi un
dispositivo di blocco dell'ago, che si inserisce automaticamente anche
quando la bussola è chiusa.
Altri modelli invece usano un ago fissato su un quadrante
graduato immerso in olio, molto più stabile ma comunque lento nel
posizionamento. In questo caso è possibile effettuare la lettura
diretta anche durante il puntamento, attraverso un prisma o una
semplice lente.
Le istruzioni che seguiranno sono valide per qualsiasi modello di bussola.
Orientamento della carta
La prima funzione della bussola è quella di permettere
l'orientamento della carta topografica. Per fare ciò è sufficiente
allineare il bordo laterale piatto della bussola con la cornice
laterale della carta, quindi orientare la carta fino a che l'ago non si
congiunge con l'indice.
In altre parole, l'ago, il bordo laterale della bussola e il bordo laterale della carta devono essere perfettamente paralleli.
Per maggiore precisione si ricordi che nell'angolo in alto a sinistra
della carta topografica è solitamente indicata la declinazione
magnetica, cioè la correzione da apportare rispetto al nord magnetico
per le misure effettuate nell'area cartografata. Solitamente questa
correzione non è necessaria, a meno che non vi sia una notevole
anomalia magnetica.
Rilevamento del punto in carta
Fare il "punto in carta" significa individuare la propria
posizione sulla carta topografica. Per fare ciò è necessario
individuare visivamente almeno tre obiettivi la cui posizione sia stata
cartografata (campanile, cimitero, incrocio stradale, cima di un monte,
ecc.). Puntando la bussola nella direzione dell'obiettivo, se ne rileva
l'orientamento, quindi si traccia sulla carta una linea passante per
l'obiettivo con la medesima orientazione. L'incrocio delle tre linee
individua il punto in carta (vedere figura).
Il rilevamento della direzione
dell'obiettivo si effettua traguardando l'allineamento obiettivo-tacca
di mira e leggendo sulla ghiera graduata l'angolo tra l'indice della
bussola e la direzione dell'ago. In altre parole bisogna stabilire con
quale angolo la direzione dell'obiettivo diverge dalla direzione del
NORD e da quale parte (EST o OVEST). La figura sotto spiega molto più
chiaramente di cosa si tratta.
Questa manovra si esegue tenendo la bussola poggiata orizzontalmente
sul pugno chiuso, con il pollice agganciato nell'anello. Per maggiore
precisione si può anche fissare la bussola su di un cavalletto
fotografico mediante il foro di innesto a vite. La bolla garantisce il
controllo dell'assetto orizzontale durante la misura.
L'angolo rilevato (lettura attraverso il prisma o dopo il
blocco dell'ago) si annota scrivendolo tra il NORD e la direzione di
divergenza. Se ad esempio il campanile distasse 25 gradi dalla
direzione NORD girando la bussola verso OVEST (come nelle figure)
allora la dicitura sarà: N25W. Per la cima del monte potrebbe essere invece: N30E.
Una volta appuntate queste misure sul libretto di campagna, in
qualsiasi momento sarà possibile tracciare in carta le rette
corrispondenti e individuare il punto in questione. Questa procedura è
dunque utile anche a posteriori per rintracciare i punti in cui sono
stati raccolti dei campioni. Le corrispondenti coordinate geografiche
si rilevano quindi sulla carta stessa.
Rilevamento della giacitura di uno strato
La giacitura di uno strato è la sua posizione nello spazio
tridimensionale. Le misure da effettuare sull'affioramento sono tre:
direzione, immersione, inclinazione.
Direzione: è l'angolazione azimutale del piano dello strato
e dunque si misura rispetto al nord. Si appoggia il bordo laterale
piatto della bussola alla parete dello strato facendo attenzione a
mantenere la bussola stessa perfettamente orizzontale (controllare la
bolla). A questo punto si esegue sulla ghiera la lettura dell'angolo
compreso tra l'indice e l'ago analogamente a quanto visto prima, salvo
l'uso del prisma o del blocco che non sono più necessari. Anche
l'annotazione della misura si esegue allo stesso modo. Ad esempio,
nella figura a lato, la direzione è N20W.
Immersione: è la direzione in cui lo strato si immerge nel
terreno. Chiaramente è a 90 gradi dalla direzione precedente ma bisogna
precisare da quale lato. Per esempio nella figura precedente si ha
immersione E. Non è importante che la direzione sia precisa (tipo E-NE) perché basta solo capire che "lo strato scende a destra".
Inclinazione: è l'angolo tra l'orizzonte e lo strato ovvero
l'angolo con cui lo strato immerge. La misura si effettua con il
clinometro lungo la linea di "massima pendenza" (la freccia nera nella
figura sopra) che è anche quella a 90 gradi dalla direzione dello
strato. Questa volta la bussola andrà adagiata lungo il pendio, di
piatto o di taglio secondo il tipo di clinometro di cui è dotata.
La misura dell'inclinazione si annota tra Direzione e
Immersione. Ad esempio, sempre per il caso illustrato nelle figure, la
dicitura N20W50E significa: "direzione 20 gradi da NORD verso OVEST, inclinazione 50 gradi a scendere verso EST".
In tutti i casi è fondamentale indicare sempre l'OVEST con la lettera W per evitare di confondere la O (vocale) con lo 0 (zero).