GLI SCIENZIATI MUSULMANI

     ED IL LORO CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DEL PENSIERO UMANO

 

Al-BattaniUlug BegAl-BiruniIbn HaiyanAl-Haithan

 

(da: http://digilander.libero.it/diogenes99/Medioevo/MedioevoIslam.htm)

La religione e la cultura islamica si svilupparono nei due filoni dottrinali principali sunnita e sciita. Occorre dire che la religione islamica non venne imposta con la forza ai popoli conquistati (per lo meno nella fase successiva), non solo perchè era ritenuta esclusiva degli Arabi, ma perchè il loro sistema fiscale era basato su tasse che gravavano esclusivamente su sudditi non musulmani. Una rivolta guidata dalla famiglia degli Abassidi mise fine nel 750 al califfato omayyade. L'unico componente della dinastia omayyade che riuscì a scampare al massacro fu Abd ar-Rahman I che si rifugiò in Spagna dove occupò Cordova e Siviglia, dando vita all'Emirato autonomo di Andalusia. Eponimo della dinastia Abasside fu al-Abbas, zio di Maometto. Scacciati gli Omayyadi, gli Abbassidi trasferirono la capitale da Damasco a Baghdad, fondata nel 762 dal califfo al-Mansur (754 - 775). I califfi abassidi riuscirono a mantenere sia il potere politico che l'autorità religiosa per oltre un secolo. Il massimo splendore della dinastia fu raggiunto con Harum ar-Rashid. Alla sua morte, i due figli si contesero il trono e prevalse al-Mamun. Da allora le lotte intestine minarono il prestigio della famiglia che attraversò una continua fase di debolezza che culminò alla metà del XIII secolo quando i Mongoli si impossessarono di Bagdad uccidendo l'ultimo califfo abasside.

Oggi nel filone dottrinale Sunnita è compresa la maggioranza (circa l'83%) dei seguaci dell'Islam. Il nome deriva dal concetto di Sunna, la tradizione più antica di norme etiche e morali, stabilite sulla base dei detti e degli scritti di Maometto, noti con il termine di Hadith, e considerati, insieme con il Corano, le fonti principali del diritto islamico. Nel secolo XIII furono accettate come autentiche 14 collezioni di hadith.

L'altra corrente dell'Islam, quella degli Sciiti, si distingue per le origini e le concezioni teologiche. Originariamente il termine "sciiti" (da shiah = seguace) stava ad indicare i sostenitori del partito di Alì, genero di Maometto (avendone sposato la figlia Fatima) e quarto califfo dell'Islam, che essi consideravano unico successore legittimo del Profeta alla guida dell'Islam, e quindi usurpatori i tre califfi precedenti. Alì venne assassinato nel 661 (ancora oggi nella mistica sciita questo fatto è considerato il martirio per eccellenza, che consacra le loro rivendicazioni).

A questa prima fase di lotte a sfondo politico seguirono in epoca omayyade (661 - 750) le tappe dell'elaborazione della teologia caratteristica della comunità sciita. Custodi di questa sapienza (trasmessa ad Alì direttamente da Maometto) sarebbero i legittimi discendenti di Alì, che sono venerati come iman, cioè "guide", della comunità, dotati di poteri sovrannaturali, come l'infallibilità e la capacità di compiere miracoli. Questa visione dottrinale si discosta nettamente da quelle dei sunniti che riconoscono soltanto in Maometto l'ultimo profeta, e che non ammettono poteri soprannaturali degli iman.

Il mondo arabo non tardò a liberarsi del fanatismo che inizialmente sostenne le conquiste militari (si ricordi l'incendio della Biblioteca di Alessandria ordinato nel 641 dal califfo Omar in base al semplice sillogismo di ritenere i libri in essa contenuti inutili se conformi alla fede islamica e dannosi se contrari). Evidentemente quindi la prima fase di espansione dell'Islam fu caratterizzata dalle conquiste militari e dall'ardore della predicazione religiosa. Ma, a partire dal nono secolo, venendo a contatto con la cultura dei paesi conquistati, nel mondo islamico si manifestò un vivissimo interesse per lo studio delle discipline filosofiche, mediche e matematiche. In particolare gli Arabi assimilarono la scienza e la filosofia del Vicino Oriente ellenistico, attraverso le opere di Aristotele, Platone, Euclide, Galeno, che venivano a mano a mano tradotte in arabo. Anche la conquista della Persia e dell'India si rivelò grandemente benefica per la cultura araba, per i tesori culturali che gli Arabi seppero trarre da quelle preziose civilizzazioni. Fra le scienze, particolarmente fecondo fu il travaso di conoscenze astronomiche che gli Arabi acquisirono dai Greci.

Occorre tenere presente che gli astronomi arabi vennero a contatto con l'astronomia greca attraverso due vie. Già fin dai tempi della dinastia Achemenide (V secolo a.C.), che aveva esteso la sua sovranità anche all'India di nord ovest, alcune tecniche astronomiche babilonesi erano filtrate in India. Durante il periodo Seleucide (IV e III secolo a.C.), altre idee astronomiche, questa volta greche (pur miste ad altre tecniche babilonesi) erano nuovamente filtrate in India. Il risultato di queste trasmissioni culturali, avidamente accolte dagli Indiani, fu che si ebbero testi astronomici indiani (scoperti oggi) recanti le teorie degli epicicli prima dell'epoca di Tolomeo. Poichè l'espansione islamica dei secoli VI e VII si estese anche verso l'India, questa acquisizione di idee astronomiche di origine greca fu la prima via di contatto che gli Arabi ebbero con l'astronomia ellenica. La seconda via fu quella più diretta della traduzione delle opere greche, a partire dalla conquista del Nordafrica, specificamente con la caduta di Alessandria.

( da qui il testo originale)

L 'epoca d'oro dell'Islam, con il fiorire straordinario della scienza, dell'arte, della cultura, rappresenta una delle ere più importanti per lo sviluppo del pensiero umano. La religione islamica ha avuto il grande merito storico di avere sempre incoraggiato l'uomo a perseguire il sapere e la scienza in ogni campo dello scibile. I dotti musulmani erano spinti a raggiungere questi traguardi dai versetti del Corano e dalle parole del Profeta, che asserì: "Cercate la conoscenza fino in Cina". L'Islam, dunque, dette un impulso straordinario alla scienza ed alla cultura in generale e mai, in nessun momento dell'epoca islamica, alcuno scienziato fu perseguitato per le sue teorie. La prova di ciò è data dallo stupefacente progresso raggiunto dai musulmani durante il medioevo, epoca in cui, mentre l'occidente brancolava nell'oscurantismo e si richiudeva in sè stesso, sconvolto dalle invasioni barbariche e dalle lotte di religione, le città islamiche erano veri e propri fari di civiltà, brulicanti di fervore scientifico, di studi, di ricerche e scambi culturali. L'uso della carta, che gli Arabi avevano importato dalla Cina, determinò la diffusione dei libri in tutto il mondo islamico. La biblioteca di Cordova, nell'800 d.C. contava 500.000 volumi, i quali rappresentavano la summa dell'umano sapere. Gli Arabi eccelsero soprattutto in astronomia, matematica, medicina ed i libri scritti dagli scienziati musulmani costituirono testi di riferimento per le Università europee fino al 1600. Ecco una breve panoramica dei più importanti scienziati appartenenti all'epoca d'oro dell'Islam:

 

Al-TabariAl-ZahrawiAl-Sufi?

 

ABU ALI HASAN IBN AL-HAITHAN (ALHAZEN) (ca 965-1040)

Nacque a Bassora, nell'attuale Iraq meridionale. Ricevette la sua educazione a Bagdad. E' considerato il padre dell'ottica moderna. Trascorse la maggior parte della sua vita in Spagna, dove condusse ricerche di ottica, matematica e fisica. Studiò la rifrazione della luce attraverso l'aria e l'acqua, giungendo a scoprire le leggi della rifrazione. Arrivò molto vicino a scoprire le leggi delle lenti di ingrandimento. Il suo libro Kitab-al-Manazir tradotto in latino con "Opticae thesaurus" servì da base per le ricerche sull'ottica di Roger Bacon, Pole Witelo, Leonardo da Vinci e Keplero. Contraddisse la credenza che risaliva a Euclide e Tolomeo, secondo i quali la visione era dovuta a raggi emessi dall'occhio, affermando invece che i raggi visivi provenivano dagli oggetti. Contraddisse anche la introduzione dell'equante da parte di Tolomeo, però unicamente sulla base della violazione dei principi della fisica aristotelica. A lui sono attribuiti i primi esperimenti sull'uso della camera oscura. Scrisse più di duecento libri dei quali solo pochissimi sono sopravvissuti.

 

ABU RAIHAN AL-BIRUNI (973-1048)

Al-Biruni fu astronomo, fisico, matematico, geologo. Secondo Max Meyerhoff, Al-Biruni racchiude in sè il prototipo dello studioso dell'epoca d'oro dell'Islam, e difatti era soprannominato "al Ustadh", il professore. Alcuni storici addirittura denominano l'epoca della sua attività con il nome di "Età del Biruni". Nato nell'Uzbekistan, conoscitore di diversi linguaggi, apportò alla scienza il metodo dell'osservazione diretta, della sperimentazione e dell'investigazione. Egli è considerato il padre della scienza moderna. Al-Biruni scoprì sette modi differenti per trovare la direzione del nord e del sud, e le tecniche matematiche per determinare con esattezza l'inizio delle stagioni. Scrisse dei movimenti del sole e delle eclissi, mettendo a punto perfezionati strumenti astronomici. Molti secoli prima rispetto al resto del mondo, Al-Biruni scrisse della rotazione della terra attorno al proprio asse e fece calcoli accurati di latitudine e longitudine, descrisse la Via Lattea e, come fisico, determinò il peso specifico di diciotto elementi. Come matematico, fu un pioniere nello studio degli angoli e della trigonometria, lavorando soprattutto sulle corde delle circonferenze e sviluppando un metodo per la trisezione di un angolo. Fu altresì famoso per gli scambi culturali, nel campo della filosofia, che intrattenne con l'India, dove studiò ed imparò il sanscrito

MOHAMMED BIN MUSA AL-KHAWARIZMI (770-840)

Nato nell'Uzbekistan e trasferitosi da bambino a Baghdad, fu uno dei più grandi matematici, avendo introdotto in questa scienza il concetto di algoritmo, che da lui prese il nome. Al-Khawarizmi è universalmente conosciuto come il fondatore dell' Algebra, che non soltanto studiò in forma sistematica, ma la sviluppò nell'intento di dare soluzioni analitiche alle equazioni lineari e quadratiche. Il nome algebra deriva dal suo libro Al-Jabr wa al-Muqabilah. Al-Khawarizmi sviluppò in dettaglio le tavole trigonometriche contenenti le funzioni del seno e il calcolo dei due errori, che lo portò ad enunciare il concetto di differenziazione. Importante anche il contributo dato all'astronomia ed alla geografia.

YAQUB IBN ISHAQ AL-KINDI (800-873)

Conosciuto in Occidente come Alkindus, fu nominato "filosofo degli Arabi" durante il Medioevo. Una delle più grandi menti dell'antichità, Al-Kindi fu filosofo, astronomo, fisico, matematico e geografo. Nato in Iraq, fu il primo fisico a determinare sistematicamente il dosaggio di medicinali e droghe. Contribuì alla geometria sferica assistendo Al-Khawarizmi negli studi astronomici, ed I suoi lavori posero le basi della moderna aritmetica. Secoli dopo, il suo lavoro avrebbe ispirato Ruggiero Bacone. Al-Kindi scrisse più di 240 libri, molti dei quali furono tradotti in latino da Gerardo di Cremona.

 

ALI IBN RABBAN AL-TABARI (838-870)

Al-Tabari fu maestro del celebre medico Al-Razi (Rhazes). Egli stesso divenne famosissimo per l' opera di medicina da lui scritta "Firdous al-Hikmat", e fu, inoltre filosofo, matematico e astronomo. Ali al-Tabari ricevette l'educazione in Scienze Mediche e calligrafia da suo padre Sahl, noto medico e commentatore di opere filosofiche. L'opera per la quale è ricordato rappresenta la prima enciclopedia che incorpora le diverse branche della scienza medica, suddivise per capitoli e accuratamente trattate.

 

ABUL QASIM AL-ZAHRAWI (ALBUCASIS) (936-1013)

Fu senza alcun dubbio il più grande chirurgo del Medioevo. Conosciuto in Occidente come Albucasis, fu l'inventore di straordinarie tecniche chirurgiche e di strumenti e l'autore di una famosa Enciclopedia Medica. Al-Zahrawi è universalmente riconosciuto come il padre della moderna chirurgia. Nato e cresciuto a Zahra, presso Cordoba, capitale della Spagna Islamica, fu medico dell'emiro al-Hakim II, diventando famoso in tutta Europa.    Secondo molti studiosi, i suoi principi sorpassarono quelli di Galeno, diventando punto di riferimento incontrastato in Europa per molti secoli a venire. Tre volumi della sua vasta enciclopedia trattano di tecniche chirurgiche, incluse quelle da lui inventate, e catalogano con diagrammi ed illustrazioni, 200 strumenti chirurgici. In particolare Al-Zahrawi tratta della rimozione dei calcoli, della cauterizzazione, della chirurgia dell'occhio, dell'orecchio e della gola, amputazioni, dissezioni di animali e rimozione dei feti morti. Come inventore di strumenti chirurgici, Al-Zahrawi è ricordato per l'elaborazione di mezzi per l'indagine interna dell'orecchio e dell'uretra, nonchè di strumenti per la medicina dentistica. I suoi libri costituirono testi di riferimento nelle università europee per cinque secoli.

 

IBRAHIM IBN YAHYA AL-ZARQALI (ARZACHEL) (1028-1087)

Arabo di Spagna, fu il maggiore astronomo del suo tempo. Compilò le famose Tavole di Toledo, in cui corresse i dati geografici Tolemaici, in particolare quelli relativi alla lunghezza del Mar Mediterraneo e fu il primo a dimostrare il moto dell' Alphelion relativamente alle stelle. Egli misurò il suo tasso di movimento in 12,04 secondi all'anno, che è considerevolmente vicino ai calcoli moderni di 11,08 secondi. Inoltre inventò un astrolabio piano che è conosciuto come Safihah. Copernico, nel suo famoso libro "Sulla rivoluzione delle orbite celesti", esprime il suo riconoscimento ai lavori di Albatenius (Al-Battani) e Arzachel (Al-Zarqali)

 

ABU ABDALLAH MAHAMMAD IBN JABIR AL-BATTANI (ca 850-929)

Anche lui, come Thabit Qurra, nacque ad Harran e anche la sua famiglia apparteneva alla setta dei Sabiani. Ma si ritiene che il nome "Abu Allah Muhammad" indichi che Al-Battani, a differenza di Thabit Qurra, fosse di fede islamica. Dunque, di una generazione più giovane di Thabit, non si può escludere che i due si siano frequentati. Incominciò la sua carriera di osservatore astronomico (e di fabbricante di strumenti astronomici) nelle località siriane di Ar-Raqqah e di Antiochia. Esiste una documentazione (Fihrist, "Indice"), del secolo X attestante il livello elevato della fama di cui era gratificato al suo tempo sia per la qualità delle sue osservazioni astronomiche che per le sue opere. Secondo questo Fihrist egli osservò tra gli anni 877 e 918, mentre il suo catalogo stellare è dell'anno 880. I suoi lavori elencati nel Fihrist sono Kitab al-Zij e un commentario al Tetrabiblos di Tolomeo.

Il Kitab al-Zij è la sua più importante opera. Comprende 57 capitoli nei quali gli argomenti si succedono secondo lo schema classico degli Zij: introduzione di strumenti matematici, teoria astronomica, tavole. Vediamo in breve quali furono i più importanti risultati conseguiti da Al-Battani. Diede un catalogo di 489 stelle. Perfezionò l'accertamento della durata dell'anno a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti, 24 secondi. Diede per la precessione degli equinozi il valore annuale di 54".5 e di 23º 35' per l'obliquità dell'eclittica. Accertò la progressione della longitudine dell'apogeo solare e la possibilità di avere anche eclissi anulari di Sole. Secondo alcuni, però, l'autorità di Tolomeo al tempo di Al-Battani era tanto grande che, malgrado i suoi calcoli gli avessero fatto determinare che la distanza del Sole si scostava notevolmente da quella stabilita da Tolomeo, non osò affermarlo pubblicamente. Dove invece manifestò con chiarezza la propria contestazione a Tolomeo fu nel metodo tolemaico di determinazione del diametro apparente della Luna: al-Battani afferma infatti che la Luna può assumere un diametro apparente minore di quello del Sole e ciò spiega perché si verificano le eclissi anulari. Afferma poi che lo stesso diametro solare può variare, contrariamente a quanto sosteneva Tolomeo. I commentatori sono concordi nell'affermare che l'importanza di Al-Battani nello sviluppo della scienza si manifestò specialmente nell'influenza che le sue opere ebbero su scienziati quali Copernico, Brahe e Galileo. Il Kitab al-Zij di Al-Battani venne tradotto in latino nel 1116 da Platone da Tivoli con il titolo De motu stellarum. Un'altra traduzione venne eseguita nel XIII secolo in Spagna, ed entrambe fortunatamente ci sono pervenute.

Usando strumenti molto precisi per l'epoca, compì una revisione delle costanti astronomiche elencate nell'Almagesto, correggendole e scoprendo lo spostamento dell'apogeo solare.

 

ABUL HASAN ALI ABD AL-RAHMAN IBN YUNUS (ca 950-1009)

Nacque in Egitto, probabilmente al Cairo, da una famiglia che aveva dato illustri studiosi. In Egitto regnava la dinastia Fatimide che aveva tratto il nome per discendenza da Fatima, la figlia di Maometto. Questa dinastia era riuscita a imporsi sulla Abbasside, conquistando nella prima metà del secolo X il Nordafrica e la Sicilia. Ibn Yunus divenne un protetto del califfo Al-Aziz che, malgrado fosse sempre impegnato in operazioni militari fino all'ultimo giorno della sua vita, lo favor&ìgrave; nel consentirgli di iniziare la sua attività astronomica. Dopo la morte di Al-Aziz il califfato passò al figlio al-Hakim e si ritiene che anche lui abbia continuato a proteggere l'attività astronomica di Ibn Yunus, sebbene sembra che il nuovo sovrano fosse più interessato ai responsi astrologici del suo protetto. Il suo lavoro più importante fu uno Zij: al-Zij al-Hakimi al-kabir, dedicato, come dice il titolo, al sovrano. Le tavole Hakimite, furono utilizzate 250 anni dopo, nelle Tavole Alfonsine.
Lopera era di 81 capitoli e conteneva osservazioni eseguite da Yunus e da suoi predecessori, una caratteristica questa piuttosto singolare (gli altri autori, in genere, non facevano distinzione tra le proprie osservazioni e quelle di altri). La gran parte del materiale di quest'opera di Yunus era costituita da tavole di vario tipo alle quali fecero ricorso anche altri autori di epoche successive. I suoi biografi sono concordi nell'affermare che predisse la data della sua morte con sette giorni di anticipo, che si ritirò in casa ad attenderla serenamente recitando versetti del Corano. Compilò le tavole
Hakimite, i cui dati furono utilizzati 250 anni dopo, nelle Tavole Alfonsine.

 

IBN KHALDUN (1332-1395)

Ibn Khaldun è universalmente riconosciuto come il fondatore della sociologia e della moderna indagine storica. Nato a Tunisi da famiglia nobile trasferitasi poi a Siviglia, nella Spagna Islamica, Ibn Khaldun studiò scienze Islamiche in varie città dell'impero musulmano, ed inoltre studiò letteratura, filosofia, matematica. Condusse una vita politica molto attiva e, alla conclusione di questa, si dedicò alla stesura della sua opera principale, Al-Muqaddima, una sorta di enciclopedia storica mondiale, che gli dà un posto preminente tra gli storici ed I filosofi di tutti i tempi. Il grande merito di Ibn Khaldun consiste di aver tenuto conto, nell'elaborazione storica, di tutti i fattori sociali, psicologici, ambientali ed economici che hanno contribuito all'avanzamento della civiltà umana. Fu inoltre il primo storico ad identificare la ripetizione ritmica delle ascese e delle cadute nella civilizzazione umana e studiò la dinamica delle relazioni di gruppo. Fu il pioniere della critica storica, insistendo    sui criteri della verità storica, sul compito della ragione umana, indispensabile per l'analisi storiografica, e sulla necessità di condurre la ricerca storica con metodi d'indagine oggettiva e scientifica. Ibn Khaldun viene inoltre considerato il fondatore della sociologia.

ABUL WALID IBN RUSHD (AVERROE') (1128-1198)

Averroè fu un genio enciclopedico. Fu soprattutto, nel corso della sua vita, giudice e medico, ma in Occidente è famoso per essere stato il più grande commentatore di Aristotele, e la sua opera influenzò larga parte del pensiero filosofico medioevale. Figlio di un giudice islamico di Cordova, studiò scienze religiose, medicina, matematica e filosofia. Divenuto qadi (giudice) di Siviglia, all'età di 44 anni   iniziò il suo lavoro di traduzione e commento delle opere filosofiche di Aristotele, facendo conoscere in Occidente il pensiero del grande filosofo greco. Nelle sue opere, Averroè conciliò perfettamente religione e filosofia, religione e medicina, religione e scienza, affermando che più si conosce e si studia , più ci si avvicina a comprendere la grandezza dell'unicità divina, la Mente assoluta. La filosofia di S. Tommaso d'Aquino deve praticamente tutto ad Averroè.

 

ABU ALI IBN ABDALLAH IBN SINA (AVICENNA) (981-1037)

Ibn Sina, conosciuto in Occidente col nome di Avicenna fu il più famoso medico, filosofo, matematico ed astronomo del suo tempo. il suo principale contributo alla scienza medica fu il famoso "Canone". Nato a Bukhara, nell'Asia centrale, dopo aver studiato logica e medicina, si diede alla professione di medico, utilizzando le sue straordinarie capacità che lo portarono al raggiungimento di una grande fama. La sua monumentale opera di scienza medica rimase suprema per oltre sei secoli, e, tra i contributi originali da essa apportati, vi sono gli studi sulla natura della tisi e sull'interazione tra psicologia e salute. Fu il primo a descrivere le meningiti e diede ricchi contributi all'anatomia, alla ginecologia e alla pediatria. Descrisse minuziosamente l'anatomia dell'occhio e degli organi interni. Come filosofo, sintetizzò mirabilmente la filosofia aristotelica, le influenze neoplatoniche e la teologia islamica, mentre come fisico contribuì allo studio di differenti forme di energia, luce, calore. Nel campo della chimica, il suo trattato sui minerali fu una delle principali fonti per la geologia degli enciclopedisti cristiani del XIII sec.
Il ritratto di Avicenna adorna l'ingresso principale della Facoltà di Medicina dell'Università di Parigi.

 

ABD AL-MALIK IBN ZUHR (AVENZOARO) (1091-1161)

ibn Zuhr fu uno dei maggiori medici, clinici e parassitologi del Medioevo. I suoi contemporanei lo considerarono, insieme ad Al-Razi, il più grande medico dai tempi di Galeno. Nato a Siviglia, studiò e viaggiò in lungo ed in largo per l'impero islamico, dedicando la sua vita alla sola medicina, diversamente da altri scienziati musulmani, dall'ingegno multiforme. Si dedicò soprattutto alla dissezione del corpo umano e le sue tecniche operative furono superbe. Fu l'inventore della tracheotomia, e scrittore di numerosi testi che fecero sentire la loro influenza sulla scienza medica per numerosi secoli in tutto il mondo.

 

JABIR IBN HAIYAN (GEBER)

Universalmente riconosciuto come il padre della Chimica, svolse la sua opera nella città di Kufa, in Iraq, dove morì nell'anno 803. Scrisse più di 100 trattati monumentali, ventidue dei quali trattano di chimica ed Alchimia. In questa scienza introdusse investigazioni sperimentali, creando le basi della chimica moderna. Studiò principalmente le quantità definite delle sostanze coinvolte in reazioni chimiche, per cui si può dire che aprì la strada alla legge delle proporzioni costanti. Il suo contributo di fondamentale importanza alla chimica, include il perfezionamento di tecniche scientifiche quali cristallizazione, distillazione, calcinazione, sublimazione ed evaporazione, nonchè la creazione di diverse apparecchiature per la conduzione di tali studi. Il maggiore successo pratico di Jabir fu la scoperta dei minerali e degli acidi, preparati per la prima volta con l'ausilio di "alambicchi", invenzione che rese il processo di distillazione semplice e sistematico. Jabir fu un pioniere nello sviluppo di numerosi processi chimici, cui diede nomi che sono rimasti nel vocabolario scientifico occidentale.

 

NASSER AL-DIN AL-TUSI (1201-1274)

Nato in Iran, Al-Tusi fu uno dei più grandi scienziati musulmani. Fu soprattutto matematico e scrisse opere monumentali di Algebra, Aritmetica, trigonometria, logica, geometria, etica e teologia. Nel 1262 costruì un osservatorio a Meragha, equipaggiato con le migliori strumentazioni reperibili nei centri di ricerca islamici, molte delle quali create dallo stesso Al-Tusi. Lo scienziato produsse una tavola molto accurata sui movimenti planetari ed un catalogo stellare basati su osservazioni fatte nel corso di dodici anni. Il suo testo fu il più famoso riferimento per gli astronomi fino al XV secolo. Il suo contributo alla trigonometria include sei formule fondamentali per la soluzione dei triangoli ad angolo retto sferico. Scrisse inoltre i coefficienti binomiali che in seguito furono introdotti da Pascal.

 

THABIT IBN QURRAH (826-901)

Al-Sabi Thabit ibn Qurra al-Harrani (ca. 826 - 901). Nacque ad Harran, la località allora mesopotamica di Carre (oggi turca) dove i Romani guidati da Crasso avevano subito la famosa disfatta dai Parti. La sua famiglia apparteneva alla setta religiosa dei Sabiani, nel culto della quale era riconosciuta l'adorazione delle stelle.
Conosciuto in Occidente come Thebit, è famoso per i suoi lavori di meccanica, astronomia, matematica pura e geometria. Thabit fu un pioniere dell'algebra geometrica e propose teorie che portarono allo sviluppo della geometria non-Euclidea, trigonometria sferica, calcolo integrale e numeri reali. Usò termini matematici   per studiare diversi aspetti delle sezioni coniche (parabola ed ellisse). I suoi algoritmi per computare la superficie ed il volume dei solidi sono ciò che in seguito ha avuto il nome di calcolo integrale. Studiò l'equilibrio dei corpi e da molti storici è ritenuto tra i più eminenti studiosi di statica.

 

ABBAS IBN FIRNAS (MORTO NELL'888)

Studioso di meccanica del volo, realizzò nella Spagna Islamica il primo tentativo di volo umano.

 

ABUL ABBAS AHMAD IBN MUHAMMAD IBN KATHIR AL FARGHANI (ca 800-870)

Nacque a Farghana, nell'attuale Uzbekistan. Fu uno dei più famosi astronomi al servizio del califfo al-Mamun e dei suoi successori. Scrisse Kitab fi al-Harakat al-Samawiya, "Elementi di astronomia", un trattato elementare di astronomia tolemaica che ottenne molta popolarità per la sua accessibilità. Il trattato venne tradotto in latino nel secolo XII e godette di popolarità anche in Europa fino al tempo della Sphaera di Sacrobosco, con successive traduzioni. La presenza di innumerevoli manoscritti latini degli "Elementi" di al-Farghani nelle biblioteche europee testimonia la grande popolarità che ebbe la sua opera. Gli specialisti ritengono che fu dagli "Elementi", nella traduzione di Gerardo da Cremona, che Dante trasse le cognizioni astronomiche esposte nel Convivio e nella Vita Nova. La sua cosmologia rivela che egli ebbe una visione abbastanza chiara del principio delle sfere annidate ma nessuna dimestichezza con la cosmologia delle Ipotesi planetarie di Tolomeo. A partire dai parametri dell'Almagesto produsse un calcolo autonomo delle massime e minime distanze di ogni sfera planetaria. Eseguì anche una determinazione abbastanza precisa del diametro della Terra. Il Fihrist ("Indice") scritto da Ibn al-Nadim nel 987, attribuisce ad al-Farghani un'altra opera di carattere astronomico: Kitab amal al-Rukhamat ("Libro sulla costruzione di orologi solari"). Svolse anche attività ingegneristica al servizio del suo sovrano, specialmente nello scavo di canali.

AL-FARABI (870-950)

Scienziato dall'ingegno multiforme: fu sociologo, logico, filosofo, si interessò di Matematica e medicina.

AL-SUFI (903-986)

Conosciuto in Occidente con il nome latinizzato di Alzofi, fu uno dei più insigni astronomi musulmani.

MOHAMMAD AL-BUZJANI (940-997)

Fu matematico e astronomo. Famosi i suoi studi di trigonometria e di geometria.

AL-IDRISI (1099-1166)

Uno dei più grandi geografi di tutti i tempi. Disegnò la prima mappa del globo ed eseguì mappe geografiche per re Ruggiero II di Sicilia, in cui adoperò metodi di proiezione, per passare dalla forma sferica della terra al planisfero, molto simili   a quelli usati dal Mercatore   quattro secoli più tardi.

Carta Italia-Europa di Al Idrisi (aggiunto da FZ)

 

NUR AL-DIN IBN ISHAQ AL-BITRUJI (ALPETRAGIUS) (ca 1120 1204)

Originario del Marocco, emigrò in Spagna e visse principalmente a Siviglia. La sua opera principale fu Kitab al-Hayah che venne tradotta dapprima in ebraico e poi in latino. Tentò di apportare modifiche al sistema tolemaico, ma ne fu impedito dal volersi mantenere fedele ai canoni aristotelici di perfezione dei moti circolari.

 

IBN BATUTA (1304-1369)

Famoso viaggiatore, coprì 75.000 miglia, viaggiando dal Marocco alla Cina e ritorno.

Ibn Sina
(Avicenna)
Al-KhawarizmiIbn KhaldunIbn Rushd
(Averroè)
Al-Tusi

 

Questi sono solo alcuni dei grandi ingegni che illuminarono il periodo storico in cui la luce dell'Islam rifulgeva su gran parte del mondo. Gli Arabi furono    grandi navigatori, che utizzarono nella navigazione tecniche particolari che si servivano dell'apporto dell'astronomia e della matematica. Si ricorda ancora il loro ingegno nelle opere agricole e nell'irrigazione, con la costruzione di sistemi che costituirono l'avanguardia in Europa per molti secoli dopo il loro declino. Ed ancora, la maestria Araba si rivelò nell'architettura e nella decorazione, che dovevano  influire grandemente sullo sviluppo dell'arte europea durante il Medioevo. Il fervore di studi, di ricerche e di conoscenza che accompagnò l'espansione islamica testimonia che la religione musulmana non era   in antitesi con la scienza, ma ambedue proclamavano la stessa identica verità e, difatti, quasi sempre, i più grandi scienziati islamici erano uomini profondamente religiosi. Dice il Corano: " O consesso di uomini e di jinn, se potete varcare i limiti dei cieli e della terra, fatelo, ma non lo farete senza il permesso del vostro Signore". (55:33)

 

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