La deriva dei continenti è una teoria proposta all'inizio del secolo scorso dal fisico e meteorologo Alfred Wegener, per tentare di spiegare, tra l'altro, la somiglianza dei tracciati delle coste dalle due parti dell'Atlantico, somiglianza che aveva interessato altri prima di lui.
Wegener era uno scienziato del suo secolo e possedeva una vasta gamma di conoscenze in geologia, geofisica, astronomia e meteorologia.
Possedeva, inoltre, il coraggio, la febbre della conoscenza, l'indipendenza, il rigore intellettuale, la logica e una buona dose di intuizione. Ricco di questo bagaglio, è stato in grado di formulare un'ipotesi sullo spostamento dei continenti. Aveva osservato la complementarietà delle linee di costa tra l'America del Sud e l'Africa e concepì l'idea che in tempi passati l'America del Sud e l'Africa fossero stati un solo blocco che si era spezzato in due parti, in seguito allontanatesi una dall'altra. È la teoria della deriva dei continenti.
Wegener presentò "prove" per sostenere la sua teoria. Sarebbe però più corretto dire che portò fatti osservativi che potevano essere spiegati con una deriva dei continenti.
1. Il parallelismo delle coste.
C'è, per esempio, un netto parallelismo delle linee di costa tra l'America del Sud e l'Africa.
Questo suggerisce che questi due continenti siano due pezzi dello stesso blocco.
La ricostruzione di Wegener mostra che tutte le masse continentali sono state unite in un solo mega-continente, la Pangea. Oggi si utilizza una ricostruzione più precisa della Pangea, quella di Bullard e coll.
2. La ripartizione di certi fossili.
Si trovano, da una parte all'altra dell'Atlantico, sui continenti attuali, fossili di piante e di animali terrestri datati da 240 a 260 milioni di anni (Ma).
Questi organismi non avevano la capacità di attraversare un oceano così vasto. Si deve allora pensare che, in tempi passati, tutti questi continenti ne formavano uno solo, la Pangea, che mostrava aree di distribuzione degli organismi più coerenti delle aree attuali.
Notare che qui è stata utilizzata la ricostruzione di Bullard e coll.
3. Le tracce di antiche glaciazioni.
Si osservano, in certe parti dei continenti attuali, segni di glaciazioni, vecchie di 250 Ma, che indicano che queste parti dei continenti sono state coperte da una calotta glaciale. Il raggruppamento delle masse continentali dà un senso alla distribuzione dei depositi glaciali, vecchi di 250 Ma e alle direzioni di scorrimento dei ghiacci registrate su molte parti dei continenti. La distribuzione mostra, secondo la geografia attuale, le zone glaciali.
È più che improbabile che si siano potute avere glaciazioni su continenti che si trovano nella zona tropicale (Africa meridionale, India). In più è anormale che lo scorrimento dei ghiacci, il cui senso è indicato dalle frecce, avvenga verso l'interno di un continente (punti in basso verso punti in alto, come in America del Sud, Africa, India e Australia). La distribuzione sulla Pangea mostra che il Polo Sud era coperto da una calotta glaciale e che lo scorrimento del ghiaccio avveniva alla periferia della calotta, come deve essere.
4. La corrispondenza tra le strutture geologiche.
Finora non si tratta altro che di pezzi di un puzzle che si incastrano bene, ma non basta: bisogna ottenere un'immagine coerente. Nel caso dei continenti non c'è soltanto una concordanza tra le coste ma c'è anche una concordanza tra le strutture geologiche all'interno dei continenti, argomento "pesante" a favore del mega-continente Pangea.
La corrispondenza tra le strutture geologiche tra l'Africa e l'America del Sud appoggia le argomentazioni di Wegener. La situazione geografica attuale dei due continenti mostra la distribuzione di antichi blocchi continentali (scudi) che hanno più di 2 miliardi di anni (Ga).
Attorno a questi scudi, le catene montuose più recenti hanno età comprese tra 450 e 650 Ma. I tratti indicano la "grana" tettonica di queste catene. Da notare, nelle zone di São Luis e di Salvador del Brasile la presenza di piccoli pezzi di scudi. L'avvicinamento dei due continenti mostra che i due piccoli pezzi delle zone São Luis e di Salvador del Brasile si attaccano rispettivamente agli scudi africano-occidentale e angolano e che c'è anche una certa continuità nel grano tettonico delle catene più recenti che si modellano sugli scudi. L'immagine del puzzle è coerente.
La corrispondenza delle strutture tettoniche tra l'America del Nord e l'Europa conferma ulteriormente l'idea di Wegener. Le tre catene montuose Appalachi (Est dell'America del Nord), i monti della Mauritania (Africa del Nord-Est) e i monti della Caledonia (Isole Britanniche, Scandinavia), oggi separati dall'Oceano Atlantico, formano una sola catena se si avvicinano i continenti alla maniera di Wegener. I geologi sanno da molto tempo che in effetti queste tre catene hanno strutture geologiche identiche e che si sono formate nello stesso periodo, tra 470 e 350 Ma.
Il fisico Wegener conosceva bene il fatto che la crosta continentale
è più spessa sotto le catene montuose che sotto i piani
oceanici e che questa situazione rispondeva al principio dell'isostasia, che
vuole che ci sia un equilibrio tra i diversi settori della crosta terrestre,
dovuti a differenze di densità. Dedusse da questo l'idea che i
continenti "galleggiassero" su un mezzo poco definito (mal definito) e che
potevano spostarsi gli uni rispetto agli altri.
I contemporanei di Wegener non furono convinti dell'ipotesi della deriva dei continenti; l'opposizione fu vivace. In effetti, Wegener ha dimostrato in modo convincente che un tempo i continenenti attuali formavano un solo mega-continente ma non riuscì a dimostrare che questi continenti avessero derivato (fossero andati alla deriva) negli ultimi 200 Ma. Al limite, si sarebbero potuti invocare certi scenari dei catastrofisti per spiegare le osservazioni di Wegener. Il problema maggiore fu che egli non presentò nessun meccanismo che spiegasse la deriva. Wegener dimostrò bene che la ripartizione attuale di certi fossili, di tracce di antiche glaciazioni o di certe strutture geologiche non sono sufficienti a dimostrare che i continenti hanno derivato. Notiamo che, all'inverso, se i continenti hanno derivato, è necessario che ci sia una similitudine tra le strutture geologiche e la ripartizione dei fossili.
Bisogna sottolineare che l'ipotesi di Wegener è un'ipotesi generatrice di scienza, perchè le domande sollevate sono sufficientemente serie e fondate su fatti da richiedere una risposta. Si dovette, però, attendere quaranta anni perchè le idee di Wegener si riaffacciassero e per mettersi alla ricerca del meccanismo della deriva che a lui era mancato. Inoltre, mancavano a Wegener i dati fondamentali sulla struttura interna della Terra.
La struttura interna della Terra |
Traduzione (del 22.3.02) dall'originale francese situato nel sito: |